sabato 4 agosto 2012

Romain Gary


Romain Gary, La vita davanti a sé. (Neri Pozza)
Una storia che non sono riuscito a capire che storia è. Romanzo, racconto lunghissimo, Bildungsroman, romanzo filosofico, storia-flusso di coscienza.
Una successione cronologica di fatti è indispensabile per una narrazione, ma qui il tempo passa per modo di dire, è solo il tempo prolungato del momento in cui si smette di essere piccoli e si diventa grandi di colpo e ci si trova davanti la vita. Come capita al protagonista e narratore, che è un ragazzino e che di colpo scopre di essere più vecchio di quel che credeva e poi si lascia dietro il passato attraverso una morte quasi condivisa che potrebbe essere il simbolo del lutto per quello che oramai non potrà mai più tornare ad essere. In mezzo a un’umanità bizzarra e commovente di emarginati che portano il peso della vita senza farsi domande.
Questo capolavoro di Gary si può leggere come inarrivabilmente spassoso e come profondamente triste, e non so trovare un termine di paragone per il suo stile esplosivo, pieno di paradossi e di frasi apparentemente insensate e ridicole che in realtà rivelano la mancanza di senso del mondo e l’assurdità tragicomica in cui tutti siamo costretti a vivere.
E forse tutta la tensione del romanzo si trova nella domanda nelle prime pagine, quando il bambino chiede a un vecchio se si può vivere senza amore, cioè senza essere amati, e il vecchio cerca di non rispondere ma poi gli risponde di sì, e la frase di chiusura, che lascia sospesi tra l’ottimismo e la disperazione. Con la possibile osservazione, che la vita davanti a sé la si vede veramente solo da vecchi, quando si capisce cosa ci si lascia dietro, e si guarda avanti verso qualcosa che solo adesso, verso la fine, si può comprendere fino in fondo. Come dire che anche il protagonista, Momo, in fondo è già un vecchio da sempre.
Per chiudere, chi conosce Walter Ong troverà che il testo è intriso dei modi della cultura orale, innanzitutto nel movimento dell’indescrivibile parlato dello stile, e poi nello svolgimento della trama, che si articola sostanzialmente in episodi, legati gli uni agli altri dal tema fortemente orale del viaggio, o dei viaggi che il protagonista compie girovagando per Parigi. (bamborino, allemanda)
Parlare, non c’è che questo, parlare, vuotarsi, qui come sempre, nient’altro che questo. (Samuel Beckett, Testi per nulla)

1 commento:

  1. Che bel post! Devo leggere qualcos'altro di Gary. Biglietto scaduto m'aveva folgorato.

    P.S. Io Wong non lo conosco.
    P.S.2 Ma quante ne sai!! *_*

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