venerdì 26 ottobre 2012

Richard Yates, William Faulkner


Richard Yates, Easter Parade. (minimum fax)

William Faulkner, La paga dei soldati. (Adelphi)

Come una mosca in un bicchiere.
Come una mosca chiusa dentro un bicchiere capovolto Emily Grimes, la protagonista di Easter Parade, vola di qua e di là, sbatte contro il vetro, ogni tanto si riposa, poi ricomincia. Vola e si dibatte senza capire niente.
Invece il tenente Donald Mahon di La paga dei soldati è fermo, sono le persone intorno a lui che si muovono e anche loro come la Emily vivono senza una direzione, descrivono traiettorie casuali, che si intersecano ma non vanno da nessuna parte.
Forse non è giusto parlare di questi due romanzi, c’è qualcosa di profondamente immorale nell’inserire parole di commento esterno che interrompono e frammentano la compattezza di quello che la lettura trasferisce dalla pagina alla mente. Ma non è giusto nemmeno non dirne niente.
Il problema è che qualunque cosa se ne dica, si rischia di distruggere l’emozione continua che in entrambi è data dalla costruzione lenta e progressiva del discorso che Yates e Faulkner fanno sul mondo, su quello che siamo, sui rapporti tra le persone, sul senso profondo del vivere di tutti i giorni.
Si può dire che Easter Parade è la storia di una donna, Emily Grimes, che parte da bambina e arriva fino a cinquant’anni. Nella storia c’è sua sorella Sarah, con la sua vita e la sua famiglia. Ci sono le storie d’amore di Emily, le sue storie di lavoro. Senza commento da parte dell’Autore, i fatti come si svolgono uno dopo l’altro in una tensione lirica continua, senza commento e senza tentativi di interpretazione, pagine e pagine di bellezza assoluta senza mai un cedimento. Il paragone può essere solo con la musica, e può viene in mente Naima di John Coltrane.
Stessa cosa per La paga dei soldati. Che è la storia di un militare che torna a casa gravemente ferito e delle persone che lo accompagnano, di suo padre, della sua fidanzata che lo aspettava, di un’altra donna che lo ama, di un uomo che desidera questa donna. Sembra che tutto succeda per caso e probabilmente tutto succede davvero per caso, o non per caso ma senza motivo. Ma poi i motivi per cui facciamo una cosa invece di un’altra quali sono, dopo ci pensiamo su e crediamo di saperlo, ci diamo una spiegazione, ma è sempre una spiegazione successiva, nel momento in cui le cose succedono non sappiamo mai niente.
Qui il paragone musicale non è più con un grido solitario, ma la cadenza narrativa è comunque ancora sempre perfettamente omogenea. Può venire in mente Son of Mr. Green Genes di Frank Zappa.
Due capolavori di tensione continua e di dissonanze. (bamborino, zarlingo)

Su Easter Parade abbiamo da dire per la traduzione del titolo, per cui rimandiamo al post su Principianti di Raymond Carver, dove se n’è già parlato.




Una volta ci si meravigliava quando le donne cedevano; ora ci si meraviglia piuttosto quando si resiste. (Samuel Richardson, Pamela

1 commento:

  1. Personalmente vedo/sento per Yates Nanci Griffith e per Faulkner un Merle Haggard fine Sessanta...

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