giovedì 20 novembre 2014

Christos Ikonomou


Christos Ikonomou, Qualcosa capiterà, vedrai. (Editori Internazionali Riuniti)

Molto raramente, accade di riconoscersi in un libro. E fino a questo punto, a me non era capitato mai.
Sono storie di abbandoni complicati da un piccolo furto, storie di cinquanta euro che mancano per dar da mangiare a un bambino, storie di morti sul lavoro, di morti di malattia, di gente che si mette in coda di notte per una visita, storie di piccola atroce criminalità urbana, anche storie di piccola pazzia.
In un andamento sciolto che non ha rime, non ha metrica, si capisce benissimo cosa vuol dire, e malgrado questo è sempre molto semplicemente poesia, non solo storia dopo storia, ma riga dopo riga. 
Sono storie di greci poveri, in mezzo alla crisi. Cosa ci dovrei trovare di me, io non sono povero, almeno non fino a quel punto, ho un lavoro, precario sì, ma credo che sia altamente improbabile che mi mandino via.
Ma questi racconti sono pervasi da un’atmosfera non tanto di disperazione quanto di nostalgia. Una nostalgia profonda, mai detta ma sempre immanente in ogni gesto e in ogni parola. Profonda nostalgia di tutto, di tempi in cui le cose non andavano affatto bene ma che sono comunque tempi ricordati come epoche di solidità in confronto con l’evanescenza dell’oggi. Poi uno dei racconti lo dice, People are strange, che la nostalgia è come un cane rognoso con occhi cisposi che si lecca le ferite e si fa beffe di te e che se allunghi la mano per accarezzarlo ti morsica con tutta la sua forza. Riportato anche in quarta di copertina. 
Forse quel che ci trovo è che per gente come me quel che capita è questo, che il passato acquista una sua concretezza solida, la fermezza del ricordo, che cambia sempre ma tutte le volte che si ripresenta, si ripresenta fermo, come qualcosa che è stato e su cui si può contare. Qualcosa di cui si conoscono gli sviluppi, perché ci sono già stati.
La nostalgia e la possibilità. L’altro elemento di questi racconti è la possibilità. Un racconto soprattutto parla delle possibilità, Il congiungimento dei corpi. Possibilità che forse è solo l’aspetto di cane rognoso della nostalgia. (bamborino)

A pag. 212 c’è manciate invece di manciata. E a pag. 77 non ho capito cosa vuol dire, imbrattare pacchetti. Ma bellissima la copertina, magnifica la carta, meravigliosa la consistenza del libro.






When property accumulates in too few hands it is taken away. (John Steinbeck, The Grapes of Wrath)

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